22.2.13

EPHEMERA. DOCUMENTI, ORNAMENTI E PIZZINI

Esempi sull'arte di informare sull'arte

2 – 10 Marzo 2013




Inviti cartacei, poster, manifestini, cartoline, calendari ecc. formano quell’universo di comunicazione di base che affianca le mostre, a cavallo tra registro informativo e interpretativo.

Si tratta di "emblemi" che accompagnano le opere, importanti per le invenzioni grafiche, per le sintesi, per la "sceneggiatura", per le illustrazioni e le impaginazioni che molte volte sono a cura degli artisti stessi, e importanti forse anche per il solo rimando "nostalgico" che ci porta lì ancora in quel momento, giusto con poche parole e la carta che sfugge...

Insomma, gli Ephemera hanno un’immaginario e una creatività applicata che è da rivalutare e da mettere sotto osservazione, soprattutto a distanza di tempo quando ormai si sono completamente emancipati dalla “necessità di essere utili”. Ed è da riconsiderare soprattutto quando, se ci si volge indietro, risulta tutta la distanza del cambiamento che contraddistingue ora il modo di comunicare l’arte, connotato da informazioni che principalmente viaggiano in rete con le e-mail. Si può dire che nel presente gli Ephemera sono sempre più “ephemera”, al punto che vivono, in forma immateriale, per frazioni ridottissime di tempo.



Dunque in questo caso si tratta di un aprire i cassetti senz’altra ambizione che non sia quella di guardarci dentro, a titolo di prima occhiata per una futura più organica e ampia ricognizione.

E’ stato fissato un periodo temporale, gli ultimi vent’anni, un tempo assolutamente arbitrario, dovuto unicamente al fatto che l’idea di questa ricognizione si deve a Luca Scarabelli, che ha iniziato ad occuparsi d’arte appunto agli inizi degli anni ’90. Alla base della mostra, una collezione di Ephemera raccolti da Scarabelli, a cui si sono integrati materiali provenienti da altri artisti, ognuno dei quali ha aperto i propri cassetti e messo a disposizione i propri documenti. 

Ci aspettiamo che allineando i materiali sui tavoli, seppur fuori da un’archiviazione sistematica, possano svilupparsi nessi, rimandi, suggestioni, rimbalzi, scarti, e in ultima analisi pensieri, che, dentro il “profumo di carta”, possano dirci qualche cosa di più circa gli orizzonti poetici.  

Grazie alla collaborazione di Giovanni Bai, Lisa Mara Batacchi, Mariella Bettineschi, Cesare Biratoni, Giannetto Bravi, Stefano Cagol, Alice Cattaneo, Marco Cingolani, Davide Coltro, Ermanno Cristini, Liliana De Matteis, Giuliano Guatta, Microcollection, Maria Morganti, Maurizio Nannucci, Giancarlo Norese, Olinsky, Sara Rossi, Alessandro Traina, Pietro Vischi... e altri.  
 
 Ephemera, 2013

 Ephemera, 2013

 Ephemera, 2013

 Ephemera, 2013

 Ephemera, 2013



5.2.13

ifCC- INDIVIDUALS FOR CRITICAL COMMUNITIES. TEMPORARY BLACK SPACE

Febbraio 2013

first neutral meeting/place



Come può un Individuo, oggi, dare utilità al proprio Essere Etico e Pratico?



Le comunità temporanee o transitorie, secondo B. Groys “radicali” rispetto alla contemporaneità, non permettono realmente l’espressione del singolo. Infatti, anche all’interno di situazioni collettive che si definiscono democratiche o aperte al confronto, quanto è probabile sentire una voce “fuori dal coro”?

Perché nasca una sensibilizzazione rispetto alla creazione di un dibattito aperto e perché possa essere comunicata l’urgenza di un desiderio di conoscenza, è forse utile considerare in quale modo entrare in contatto con il mondo privato di un Individuo.

Lo spazio vitale, parlando in termini prossemici, è la zona personale che ognuno di noi ha e comprende anche idee, punti di vista, valori e personalità.

Tutto ciò costituisce un insieme di aspetti che appartengono alla sfera privata, e solitamente non sono mostrati in pubblico. Di conseguenza, quello che avviene all’interno di un’area comune, condivisa con una comunità temporanea, probabilmente non concerne i fattori sopraelencati, consiste piuttosto nella messa in atto di un gioco di ruoli.



Da queste considerazioni apparentemente retoriche ma intenzionate a trovare un riscontro pratico, e dalla sensazione che i dibattiti spesso siano fini a loro stessi, ifCC si propone come primo passo verso la creazione di un gruppo di lavoro. La messa a punto di questo gruppo e delle sue finalità si definiranno collettivamente sulla base della necessità di -imparare a costruire-, ovvero, passare all’utilizzo di una visione a lungo termine.

Credendo che la necessità di aggregarsi secondo una forma spontanea di partecipazione possa nascere in primo luogo dalla forte motivazione di tanti singoli, quello che viene qui ricercato è l’origine di tale spinta.

Per facilitare i processi di comunicazione, sempre più difficoltosi nonostante l’apparente crescita dei mezzi attraverso i quali esprimersi, tenersi in contatto e confrontarsi, si è quindi ritenuto opportuno l’utilizzo di un Luogo Neutrale.



L’idea di creare/trovare un Luogo Neutrale (= luogo mentale e fisico, che faciliti un incontro senza pregiudizi, tensioni e aspettative) è stata il motivo attraverso cui concepire l’invito al ciclo di appuntamenti di Riss(e).  Lo studio di Ermanno Cristini, un luogo fatto di persone, si posiziona in una situazione mediale tra i crocevia e i margini del sistema artistico lombardo e italiano.

L’arte contemporanea, sempre più percepibile come un Luogo e Approccio Mentale, è un luogo sempre meno accessibile e libero.

La necessità di creare una comunità critica deriva da osservazioni sotto gli occhi di tutti, ma paradossalmente ferme a quello che potrebbe essere lo stadio iniziale di una consapevolizzazione profonda e collettiva.



TBS invita qualsiasi interessato a partecipare al primo incontro per la formazione di una Comunità Critica finalizzata alla creazione di un gruppo di lavoro.



Temporary Black Space

È una realtà nata nel 2008 che agisce come soggetto collettivo, artista e curatore funzionando attraverso network di collaborazioni temporanee.

TBS ha basato la propria ricerca sull’idea della relazione con il concetto di Luogo, inteso in termini di specificità ambientali e coinvolgimento pubblico, sul lavoro collettivo e non-autoriale.

Considerandosi un sistema che vive di urgenze, ha come finalità la presa di posizione nei confronti dei meccanismi e delle sovrastrutture del quotidiano, tramite cui intendere l’arte, la cultura e le relazioni sociali.

TBS è un progetto che vuole sottrarsi a un’identificazione univoca, che ricerca e produce contesti pregnanti.

Il Desiderio di Lavorare fuori da “questa Tradi­­zione” permette la creazione di nuove Forme, meno conflittuali, dando la possibilità di convogliare problematiche ed urgenze in una direzione utile alla creazione di Sistemi Efficaci alla Sopravvivenza dell’individuo in ambito Comunitario e di conseguenza più vicini al concetto di Essere Umano in Divenire.



 Temporary Black Space, ifCC-SFcorner copy, 2013, foto ed elaborazione Temporary Black Space

Temporary Black Space, ifCC tablecontent, 2013, foto ed elaborazione Temporary Black Space

 Temporary Black Space, ifCC-firstmeeting, 2013, foto ed elaborazione Temporary Black Space 


 Temporary Black Space, ifCC-tunnel. information.pro, 2013, foto ed elaborazione Temporary Black Space

Temporary Black Space, ifCC-firstmeetingplace, 2013, foto ed elaborazione Temporary Black Space