11.1.12

THE WEIGHT OF DREAMS. Francesco Mattuzzi


27 gennaio- 21 febbraio 2012



Francesco Mattuzzi presenta a riss(e)  The Weight of Dreams, un progetto composto di un’installazione video, materiale fotografico e radiografico, recentemente oggetto di una mostra alla Galleria Civica di Trento, a cura di Denis Isaia.

Il lavoro di Francesco Mattuzzi è incentrato sulle relazioni che soggiacciono ai processi di transito e di trasporto delle merci.



“The Weight of Dreams è il racconto di ciò che sta alle nostre spalle. Risultato finale di 7 anni di ricerca fra interviste, testi, reperti, fotografie e video. The Weight of Dreams si sporge nel mondo dei camionisti per descrivere lo stato dei nostri sogni fra bulimia dei bisogni, sovraesposizione ai segni e ripristino del desiderio. Il progetto è anche la ricerca di una narrazione antropologica: più che un'indagine sulla circolazione delle merci, la condivisione della vita che si consuma nel loro trasporto. Un viaggio a cavallo del paradosso che attraversa i nostri tempi. Da una parte c'è il ricordo della libertà dono della società del benessere. Dall'altro la constatazione che l'incarnazione della stessa nella sola circolazione delle merci e dei segni ne erode, nel peso quotidiano, il valore.”
Denis Isaia

Francesco Mattuzzi

Dopo essersi formato alla scuola d'arte di Rovereto, studia fotografia all'Università di Bolzano con Francesco Jodice. In questo contesto prende avvio Startrucks, uno studio sociologico sui camionisti attraverso l'analisi della stratificazione decorativa dei segni culturali. In seguito collabora con lo Studio Jodice e con Armin Linke. Con quest'ultimo nel 2008 firma la regia di Future Archaelogy, un progetto di indagine parte di Decolonizing Architecture di Alessandro Petti, Eyal Weizman e Sandi Hilal. Future Archaelogy si propone di analizzare secondo una prospettiva urbanistica, politica e culturale l’occupazione e la trasformazione dei territori palestinesi da parte degli israeliani, anche con l'uso di tecniche filmiche sperimentali. Future Archaelogy ha partecipato a varie rassegne di cinema fra cui si la 67° mostra del cinema di Venezia, nella sezione Orizzonti. 

La fase di ricerca sulla circolazione delle merci in Europa inaugurata da Startrucks dà luogo nel 2009 all progetto DE.MO./Movin'UP - Residenze 2009. Nel contesto di Platform Garanti Contemporary Art Center di Istanbul, Startrucks si evolve nel progetto E-Roads.  Nel 2010 il progetto subisce un'ulteriore fase di implementazione che lo porta a chiudere l'indagine. L'incontro di Aurelio e Latifa - una coppia di camionisti che condivide per 26 giorni alla settimana quattro metri cubi di spazio - è lo spunto per Dodiciruote, un documentario sul mondo dei camionisti la cui presentazione è prevista nell'estate 2012. Dodiciruote ha ricevuto diverse lettere di interessamento da festival di cinema internazionali quali la 69a mostra del cinema di Venezia, il CPHDOX di Cophenaghen e l' Horse Pistes al Centre Pompidou di Parigi.

http://www.futurearchaeology.net
 

lambda print, foto Francesco Mattuzzi

lambda print, foto Francesco Mattuzzi

lambda print, foto Francesco Mattuzzi
lambda print, foto Francesco Mattuzzi

 lambda print, foto Francesco Mattuzzi

lambda print, foto Francesco Mattuzzi

 videoinstallazione, foto Francesco Mattuzzi

7.1.12

CHIRALITA' parte seconda

19 novembre - 12 dicembre 2011

La chiralità è un paradosso: un'immagine speculare non sovrapponibile a se stessa. Articola e problematizza dunque l’immagine, anzi l’archetipo dello “Specchio”, cioè del doppio, del riflesso, del guardato che guarda.

Chiralità è un’esperienza di scambio e di negoziazione dei saperi che ha preso avvio lo scorso ottobre a partire da un’installazione di Oppy De Bernardo realizzata, a cura di Jean Marie Reynier, presso i Sotterranei dell’Arte a Monte Carasso, Bellinzona (CH).

Un gruppo di lavoro composto da quattro artisti -Ermanno Cristini, Barbara Fässler, Marzia Rossi, Lidia Sanvito-, un filosofo -Simone Frangi-, un critico d’arte -Alessandro Castiglioni-, si è misurato con le distorsioni spazio-temporali proposte dal lavoro di Oppy De Bernardo.

Assumendo questa questione dello sfasamento di spazio e tempo come nucleare e seminale, gli invitati hanno sviluppato un processo di lavoro autonomo e imprevisto, che ha generato una piattaforma aperta di confronto mettendo in campo la diversità delle competenze e dei punti di vista.

Il risultato di questo workshop e l’ulteriore sviluppo dei contributi sono ora esposti nello spazio di riss(e), come secondo momento dialogante, tappa di un percorso che troverà a dicembre un terzo momento di evoluzione all’interno di un appuntamento di ROAMING al Teatro Margherita di Bari: ROAMING. FIGURE III, IL DISCORSO DEL RACCONTO

In occasione di CHIRALITA’ parte seconda sabato 19 novembre sono previsti due ulteriori contributi che percorrono il tema dello sfasamento spazio-temporale:

- Metti una sera a pranzo, di Giancarlo Norese.

- Io sono preciso anche se gli altri non lo sanno, di Cesare Biratoni. 


foto Luca Scarabelli

Oppy De Bernardo, foto Luca Scarabelli


 Lidia Sanvito, foto Luca Scarabelli

Alessandro Castiglioni, foto Luca Scarabelli

 Marzia Rossi, Ermanno Cristini

  Ermanno Cristini, Simone Frangi, Barbara Faessler, foto Luca Scarabelli

foto Luca Scarabelli

 Simone Frangi, foto Luca Scarabelli

more photos in  http://www.ermannocristini.it/

CHIRALITA' parte seconda. Giancarlo Norese

Metti una sera a pranzo, di Giancarlo Norese: alle 19 ora di Pechino, alle 12 ora italiana.
Giancarlo Norese a Pechino invita a cena, nello spazio di Za Jia, Alessandro Rolandi, Cecilia Freschini, Ambra Corinti, Julie Peters, Lin Jingjing, Sara Bortoletto e altri.
Ermanno Cristini invita a pranzo nello spazio di Riss(e) Oppy De Bernardo, Luca Scarabelli, Alessandro Castiglioni, Lidia Sanvito e altri.
In collegamento skype una chiacchierata sul futuro in tempi e spazi diversi ma uguali. 





 foto Luca Scarabelli, Giancarlo Norese, Lidia Sanvito

CHIRALITA' parte seconda. Cesare Biratoni

Io sono preciso anche se gli altri non lo sanno, di Cesare Biratoni. Per la mattinata del 19 novembre Cesare Biratoni invia da Barcellona una serie di immagini scattate con il cellulare, collegate direttamente ai suoi ricordi d’infanzia. I tempi  dell’invio seguono i tempi di una camminata, di una “deambulazione”. Il contrasto tra l’utilizzo della tecnologia per trasmettere in tempo reale le immagini e l’impossibilità di comunicare l’esperienza del passato servono  a creare uno scarto in grado di mettere in discussione l’efficacia dell’immagine stessa.


"Oh, si, invece" confermò il viaggiatore nel tempo. "Non sono mai andato da nessuna parte. Mai mosso da qui, ma ho fatto sembrare che ci fossi andato. Non esiste alcuna macchina del tempo… soltanto qualche cosa che sembra esserlo."
Ray Bradbury, Viaggiatore del tempo

Barcellona 11,17
Barcellona 11,53

 Barcellona 12,30

 Barcellona 13,26


Barcellona 13,33

Foto Cesare Biratoni