21 Settembre – 18 Ottobre 2013
L’opera dell’artista
italiano Pier Giorgio De Pinto (1968) si nutre del rapporto tra
rappresentazione e concetto all’interno di una società dell’immagine in
repentino mutamento e alla ricerca di una nuova identità. I cambiamenti recenti
si fanno, a partire dagli anni Sessanta, parallelamente alla recrudescenza
delle nuove tecnologie, che in parte sostituiscono l’uomo concettualizzando il
suo fare. Ecco che una nuova estetica dell’arte – e del fare, appunto – si
affaccia e si materializza. La macchina prima e le tecnologie telematiche in
seguito hanno davvero influenzato il linguaggio artistico in senso estetico;
artefici eccellenti del processo di virtualizzazione e di creazione di
innumerevoli metastasi di mondi virtuali e parallelismi inventati.
In questo senso l’arte e
i suoi stilemi continueranno a esistere per l’uomo, anche se qualcuno li
darebbe per spacciati, pur attraversando i suoi confini e invadendo la sfera
del ‘social’ tout court. L’attuale networking è in qualche modo figlio
legittimo di un’estetica della tecnologia, mettendo in perenne bilico realtà e
verità. Ecco che gli aspetti ‘creativi’ – per usare un’accezione che determina
l’usura dell’arte come fattore di autenticità – sono viepiù affidati a
mediatori tecnologici.
SOFT IN SOFT OUT [ENCODING
AND DECODING], codifica e decodifica, identità e alterità sono i temi che De
Pinto sviluppa per un lavoro site specific appositamente concepito per lo
spazio di Ermanno Cristini a Varese, ove il senso trans-disciplinare della sua
opera pone l’accento sulla codifica e decodifica come luogo di incontro/scontro
tra identità e alterità.
Il risultato di questa
ricerca si riassume attraverso mezzi quali disegno e video a carattere
installativo.
Nei suoi significati
profondi, segni e soggettività non si consumano entro uno scambio simmetrico ed
eguale tra chi parla e chi ascolta, tra chi enuncia e chi interpreta, tra il
segno interpretato e il segno interpretante. Essi, all’interno di un rapporto
intersoggettivo autore-fruitore, non si limitano al semplice scambio, bensì
assumono forma e sostanza nello spostamento reversibile verso l’altro.
Mario Casanova, 2013
Pier Giorgio De Pinto
Pier Giorgio De Pinto (Italia-Svizzera, 1968) è un artista
transdisciplinare, come ama definirsi poiché nel suo lavoro attraversa
differenti media: il video, il disegno, l’arte digitale ed interattiva, la
performance, l’installazione. Solitamente i suoi progetti coinvolgono altri
autori, come musicisti, coreografi, performer e artisti provenienti da diversi
background culturali, di stile e identità di genere. Grazie a queste
collaborazioni De Pinto ha la possibilità di realizzare nuovi progetti
sperimentali e radicali, in grado di stimolare la discussione su stereotipi e
pregiudizi, ponendo domande scomode negli ambiti di cultura, politica e
religione.
Pier Giorgio De Pinto, Soft in - Soft out, 2013, installazione video interattiva, Foto Pier Giorgio De Pinto
Pier Giorgio De Pinto, Soft in - Soft out, 2013, installazione video interattiva (dettaglio), Foto Pier Giorgio De Pinto
Pier Giorgio De Pinto, Soft in - Soft out, 2013, Foto Pier Giorgio De Pinto
Pier Giorgio De Pinto, Soft in - Soft out , 2013, inchiostro su carta (dettaglio), Foto Pier Giorgio De Pinto
Pier Giorgio De Pinto, Soft in - Soft out , 2013, inchiostro su carta, Foto Pier Giorgio De Pinto
Pier Giorgio De Pinto, Soft in - Soft out , 2013, inchiostro su carta (dettaglio), Foto Pier Giorgio De Pinto
Pier Giorgio De Pinto, Soft in - Soft out , 2013, inchiostro su carta, Foto Pier Giorgio De Pinto
Pier Giorgio De Pinto, Soft in - Soft out , 2013, video, Foto Pier Giorgio De Pinto