Andrea Magaraggia, Michele Lombardelli, Luca Scarabelli
a cura di Alessandro Castiglioni
a cura di Alessandro Castiglioni
18 novembre - 31 dicembre 2012
Per questo progetto Alessandro Castiglioni ha tracciato un percorso a più mani che si caratterizza come una riflessione sul metodo. Sviluppato in forma di talk all’appuntamento veronese tale lavoro assume ora una dimensione espositiva concepita, poi, per lo spazio di riss(e).
“Questo breve intervento attesta una modalità di lavoro che vuole porre un fermo interrogativo sui tradizionali confini disegnati ai limiti tra ricerca critica e pratica artistica. Pensare che questi ambiti possano svilupparsi sotto una forma di continuità e non in una sorta di opposizione, se non altro, sotto l'aspetto sostanziale (quello della forma e quello del discorso), è il fatto centrale di questo progetto sviluppato a pari livello da Michele Lombardelli, Andrea Magaraggia, Luca Scarabelli e me.
Effettivamente, in questi pochi mesi, abbiamo costruito un luogo di contiguità tra forme, discorsi, pensieri. Abbiamo incontrato poi diversi personaggi, interrogato documenti, intrecciato ipotesi. Il primo punto in discussione è, dunque, la nostra capacità narrativa e dialogica, la forza evocativa della forma e quella della negazione, dell'assenza. E' qui che Magaraggia cita La forma nell'arte e nella natura di Giorgio De Chirico, dove l'artista parla di “forma” come spazio e come attività mentale (questione, questa, poi ripresa dalla fondante lettura di Jole De Sanna) e Lombardelli ricorda, d'altra parte, Ad Reinhardt «...Anti-anti-arte, non-non-arte, non espressionista … non visionaria, non immaginativa, non mitica...», come se il pittore americano fosse “fosse l'ago della bilancia, il grado zero, l'inizio, l'introduzione di un racconto a più voci”. E' a questo punto che mi sembra adeguato inserire un ulteriore personaggio: Samuel Beckett. Nei suoi ultimi scritti, datati tra il 1988 e il 1989, compare evidente il dramma, esistenziale ed artistico, scaturito dalle relazioni tra forma e discorso. «Dire un corpo. In cui niente. Niente mente. In cui niente. Almeno questo. Un luogo. In cui niente...». Infine Scarabelli ci mostra un corvo immobile su un cumulo di gomme di bicicletta. Luca mi ricorda Luigi Malabrocca che correva il giro d'Italia per arrivare ultimo. Per vincere la maglia nera. Paradossalmente la sua corsa tendeva così alla stasi, all'immobilità.
Un altro nero dunque, un'altra crisi di forme e discorsi, un'altra contiguità.”
Alessandro Castiglioni
Un'altra contiguità, Ad Rehinardt, El Lissfitzky, selezione di Michele Lombardelli, foto Ermanno Cristini
Un'altra contiguità, foto Ermanno Cristini
Luca Scarabelli, Orizzonte degli eventi, 2012, corvo nero in tassidermia, copertoni usati di bicicletta, cm 90 x 90 x 50, foto Ermanno Cristini
Michele Lombardelli, Black landscape, 2009, tempera su tela e fotografia in b/n dimensioni variabili courtesy Arte Boccanera, Trento, foto Andrea Magaraggia
Andrea Magaraggia, Continuità (particolare), 2012, policarbonato cm 90 x 200 x 30, foto Andrea Magaraggia
Un'altra contiguità, foto Andrea Magaraggia